Papa Leone XIV, un metodo nuovo per il dialogo religioso

Papa Leone XIV, un metodo nuovo per il dialogo religioso

Un saluto e augurio ai cristiani da un imam italiano a San Pietro! Questa settimana ero presente tra le rappresentanze religiose che hanno assistito alla messa di intronizzazione di Papa Leone XIV e che hanno partecipato alla successiva udienza privata riservata a cristiani orientali, ortodossi e protestanti e alle autorità religiose indù, buddhisti, ebrei e musulmani.

Spesso si pensa ai sovrani e ai potenti della terra come a persone sedute sui loro "troni". Vedendo molti reali e governanti in questi giorni in Vaticano ci verrebbe da chiedere loro che effetto fa abbandonare i propri "troni", viaggiare per terre e per mari per assistere alla intronizzazione di qualcun altro di così diverso da loro?

I fedeli musulmani che hanno studiato la Rivelazione del Corano sanno che il Trono è un simbolo superiore della Maestà di Dio e che Gesù è un profeta speciale vivente che ritornerà sulla terra alla fine del ciclo della presente umanità. Parallelamente, molti fedeli musulmani hanno qualche difficoltà a comprendere la realtà nel Cristianesimo di Gesù Cristo, re e sacerdote, il seggio di San Pietro, la pietra angolare sulla quale è stata edificata la Sua Chiesa, la successione apostolica, la testimonianza del vangelo, la narrazione dell'insegnamento nella vita integrale di Gesù, la distinzione dal potere temporale e dalla giurisdizione di Cesare. Sono tutti elementi di grande spessore nella dottrina cristiana ma ogni tanto prevale, tra i musulmani, una chiusura e una pigrizia intellettuale, un atteggiamento di convenienza e di tolleranza passiva che rende il dialogo interreligioso una relazione convenzionale, una amicizia superficiale nella quale non si conosce nulla della profondità di fede e della ricerca del divino nell'altro credente.

Questo approccio è purtroppo diffuso tra vari membri delle differenti comunità di credenti, compreso alcuni cristiani! Questo dialogo interreligioso della non belligeranza non è il dialogo religioso per la Vera Pace, "non come la dà il mondo!" Per realizzare un dialogo religioso per la Pace credo che sia necessario comprendere il linguaggio e il metodo nuovo che questa intronizzazione e questa incoronazione possono rappresentare, evitando altre interpretazioni parodistiche o il riciclaggio di abitudini sterili tra i professionisti o i sentimentali del dialogo.

Ad esempio, alcuni musulmani, persino impegnati nel dialogo interreligioso, potrebbero pensare erroneamente che Papa Leone XIV "incoronato e sul trono" possa rappresentare un imperatore, un sovrano di questo mondo, un detentore del potere temporale dello Stato Vaticano che si ricollega con l'autorità spirituale della Chiesa Universale. Ci sembra che la grave incomprensione sulla funzione dei simboli del trono e della corona sia legata ad una prospettiva esclusivamente terrena e mondana del regno e del potere. A questa limitazione di prospettiva si aggiunge un errore più grave che consiste nella dimenticanza di un regno celeste e di una elezione spirituale che sono ulteriori elementi, insieme all'esercizio o servizio dell'autorità spirituale, di una unità provvidenziale di una funzione sacra che collega immanenza e trascendenza divina. Eppure, ai musulmani questo ordine di realtà potrebbe essere ricordato facendo riferimento all'insegnamento tradizionale sul potere e sul regno, nel Corano al-mulk, che esprime il riflesso dell'autorità della Maestà divina nel teatro della creazione.

Tale autorevolezza spirituale, resa intelligibile con i simboli dell'assunzione del trono e della corona, non va confusa con un parallelismo asimmetrico, con la forma del califfato o con l'investitura dell'imperatore o con il potere di Cesare. Abbiamo infatti l'impressione che, quando il vangelo dice "date a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio", si possa interpretare questa espressione anche con un passaggio di giurisdizioni e di interpretazioni di potere dove Cesare, nell'antica Roma, come Faraone, nell'antico Egitto, rappresenta un concetto di potere della divinità che è ben differente dalla volontà divina che troviamo nel monoteismo di Abramo e nella persona di Gesù. Di conseguenza, il trono e la corona per Cesare, non hanno nulla a che fare con il trono e la corona per come vengono adottati dall'apostolo di Gesù fino al nuovo Papa Leone XIV. Questo chiarimento dovrebbe mettere al riparo dalla errata percezione dei simboli del trono e della corona ma, soprattutto, dalla errata interpretazione della funzione del Pontefice cristiano che riunisce i cieli e la terra. La stessa identità di Roma ai tempi di Cesare non ha nulla a che fare con il simbolo di Roma, dopo Costantino e per la Chiesa Cattolica Apostolica "Romana". Lo stesso Corano chiarisce che il monoteismo supera la decadenza tribale e imperiale del paganesimo e del politeismo.

Quest'ultima precisazione ci permette anche di chiarire un altro errore di impostazione e di interpretazione: la propaganda sulla radice cristiana dell'Europa. Da anni si commette l'errore di associare e confondere la cultura dell'Occidente secolarizzato con il Cristianesimo attribuendo, invece, all'Ebraismo e all'Islam una generica radice medio-orientale che vorrebbe spiegare le presunte cause di una difficoltà di integrazione se non giustificare una discriminazione e incompatibilità sociale, contro ebrei e musulmani, condannati ad essere stranieri ed estranei all'identità occidentale, da generazioni. Ci si dimentica la radice altrettanto orientale delle origini del Cristianesimo!

Parallelamente, c'è chi invita a tollerare l'Islam in Occidente soltanto perché l'opera di Avicenna e di Averroè ha favorito la ritrasmissione del pensiero filosofico di Aristotele. Occorre forse chiarire che le religioni obbediscono ad un ordine provvidenziale e non hanno bisogno di accreditarsi dimostrando una compatibilità con un determinato (e idealizzato) pensiero filosofico dell'antichità soprattutto quando proprio il declino di queste correnti di pensiero ha provocato la degenerazione di antichi culti tradizionali in Occidente. Ricerche archeologiche tese a ripescare in forma "neoclassica" alcuni residui tradizionali da abbinare con la modernità o persino con le religioni "orientali" sono una corruzione del passato e del presente e una negazione dell'autentica proprietà della provvidenza nel monoteismo di Abramo. Simili corruzioni vengono fatte anche da coloro che vogliono rivestire con l'esotismo "meditativo" il pensiero e persino la ritualità del Cristianesimo occidentale oppure da coloro che ritengono assolutamente necessario per la civiltà musulmana ripercorrere le tappe dell'illuminismo occidentale per una "evoluzione" del sistema islamico.

In questo scenario si inserisce l'intronizzazione e l'incoronazione di Papa Leone XIV. Il suo richiamo al Cristo come Unità e Unione, secondo il motto ispirato da Sant'Agostino, maestro della Vera Religione, ci sembra orientare il dialogo religioso sulla centralità e l'essenza spirituale del Dio Unico che è la Sola Origine e Fonte di Vera Pace. Ci riconosciamo il segnale di un nuovo ciclo, linguaggio e metodo di lavoro sulla fraternità, una fraternità cristica rivolta a Dio e non ad una fratellanza solo umana e troppo umana, una fraternità nella quale prevale un processo di ricerca e di pacificazione spirituale come chiave di declinazione per una coesione pacifica tra i popoli, una fraternità di Principio e non un dialogo convenzionale, emotivo e superficiale.

La rinuncia ai poteri è una premessa per onorare il Patto sul Trono e con la Corona e non è un caso se il messaggio di Pace da Papa Leone XIV ai credenti delle altre religioni è rivolto alla edificazione di ponti e allo sviluppo integrale dell'uomo contro il condizionamento dei mercanti di morte e le speculazioni della finanza o gli artifici della tecnologia.

Preghiamo e operiamo per la Pace nel dialogo religioso.